Il colibrì e il granello

Settembre che viene, l’autunno prossimo venturo. Siamo solo ad inizio estate, ma già si annusa l’onda lunga della crisi che offuscherà il cielo d’Italia nei prossimi mesi. Le previsioni per il futuro più vicino volgono al cattivo tempo.

Tutti gli operatori economici e le loro associazioni di categoria, tutti gli osservatori e opinionisti, tutti i rappresentanti dei lavoratori, tutta la classe dirigente e l’intero ceto politico mettono le mani avanti e convergono, con gradazioni diverse, su prospettive per la nostra economia tra il pessimo e il nefasto.

Questo è lo stato d’animo che ci accompagna tutte le mattine mentre ci rechiamo sul posto di lavoro. Così, oggi, noi andiamo a lavorare, noi che siamo piccole realtà sul mercato, più sensibili di altri.

Ma cosa possiamo fare? Qual è il giusto atteggiamento per, se non eliminare, quanto meno contenere la peggior crisi nella storia della Repubblica? Possiamo fare come il colibrì, che vola verso l’incendio con una goccia d’acqua nel becco, per dare il suo contributo a spegnere il fuoco nella foresta. Certo le fiamme non saranno domate dalle poche gocce di acqua che il colibrì potrà trasportare ma, comportandosi così, esso diventa emblema della cosa giusta da fare, dell’atteggiamento responsabile, dove ciascuno fa la propria parte, volando in direzione ostinata e contraria, rispetto alla via di fuga (e di rassegnazione) che tutti prendono.

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Per questo pensiamo che oggi le aziende e in generale le organizzazioni produttive, debbano, con tutti i limiti che la situazione impone, coltivare la propria strada per rilanciarsi. Tantissime sono oggi le imprese in Italia consapevoli che, certo, oggi sono vive, magari hanno riaperto i battenti da poco, ma la sfida per essere sicuri di esserci anche nel prossimo futuro è appena cominciata. E comporta visione strategica, prospettive nuove, acquisizione di competenze, capacità di cooperazione.

Le imprese sanno che il mercato, come il mare, fa il suo mestiere. Sta agli imprenditori e a tutta la società, a cominciare dalle istituzioni, imparare ad essere bravi nuotatori. E questa capacità natatoria la si acquisisce con il digitale e la rete, reinventando processi e prodotti, con la ricerca e l’innovazione continua, con la volontà di trovare sempre ragioni valide nelle alleanze e nella capacità di lavorare insieme, facendo, a volte, quei passi indietro necessari per diventare qualcosa di più grande, tutti insieme.

Cambiare il modello di produzione della nostra società, affrontare la sfida della sopravvivenza dell’uomo sul pianeta (è più chiaro e vero di “tema ambientale”), salvaguardare la democrazia, conciliandola con un governo in grado di modificare sostanzialmente l’allocazione delle risorse, sono ormai imperativi che ci paiono enormi, alla fine quasi estranei alla nostra vita quotidiana, per noi piccoli e medi imprenditori, singoli professionisti o lavoratori.

Ma qui entra in gioco il granello. È il nome dell’azienda agricola biologica sulle colline di Pianoro, dove due persone, un uomo e una donna, Elisa e Romano – preparati e fiduciosi nel futuro (quel futuro con il sapore dell’ottimismo!) – hanno deciso di costruire la propria casa, di vivere con la propria famiglia e di lavorare, come contadini, laureati e attenti ad antiche pratiche agricole, quasi di sola tradizione orale, per coltivare campi e orti nel rispetto dei dettami dell’agricoltura biologica. Hanno chiamato la loro azienda agricola “Il Granello” perché, mi hanno spiegato, “non abbiamo intenzione di cambiare il mondo, ma di mettere il nostro chicco di grano nella terra, di essere la briciola di un nuovo pane per tutti, forse più frugale ma di sicuro più giusto, di essere il granello di sabbia nel vostro meccanismo perfetto per consumare il pianeta”. Per farcela, il granello è necessario anche eufemisticamente, al plurale, come nel linguaggio di macelleria e di cucina, sinonimo di testicoli!

Crediamo nella possibilità di riuscire nelle imprese, nella necessità di provarci, nella dignità che sta nella consapevolezza di fare tutti i giorni il proprio dovere, di fare bene le cose, a cominciare dalla nostra attività. Pensiamo sia necessario, ora più che mai darsi da fare tutti insieme, ciascuno forte nel suo ruolo ma tutti desiderosi di essere squadra. Questa è l’esortazione per noi e i nostri fornitori, partner e clienti in questa estate 2020, sospesi tra lo shock da epidemia e l’isolamento della quarantena, e la grande e ineluttabile crisi d’autunno. Ma vogliamo provare a farcela, ad essere anche noi colibrì con un granello di futuro nel becco. Per questo da dieci anni lavoriamo con passione per quelle imprese fatte di persone capaci di produrre idee, prodotti e storie che cambiano abitudini, vite e, a volte, anche il mondo. Vivere è continuare a creare e a raccontare queste storie di successo, insieme.

Buona estate a tutti!