Mai come oggi ho amato la pubblicità

Il coronavirus ha cambiato tutto, vita lavoro pensieri. Lo sentiamo ripetere continuamente, soprattutto dalle presenze virtuali che affollano le nostre giornate di connessi digitali; lo dicono i conduttori in tv, lo dicono amici e parenti su whatsapp, lo ripetono giornalisti in rete, lo senti dire anche da quelle due persone (massimo, dopo è assembramento) in carne ed ossa che ancora frequenti.

Todo cambia.

Anche se tutta questa fiducia nella capacità di cambiare della natura umana, non ce l’ho: diventiamo migliori durante le crisi, ma appena passano tendiamo a dimenticare, a rimuovere i pensieri profondi, le aspirazioni elevate, torniamo noi, un po’ superficiali, a volte egoisti, nei casi peggiori gretti e miserabili. La natura umana è fatta così; due guerre mondiali nel secolo scorso, non ci hanno certo convinto ad abolire la guerra.

La pubblicità, gli spot in particolare, ci fanno capire bene come siamo fatti: ci diciamo che questa epidemia modifica completamente noi, la società, il mondo, ma l’advertising, tranne pochi aggiustamenti tattici, tanto per far capire che sappiamo di vivere al tempo del Covid-19, non muta.

Certo possono cambiare i brand promossi, ma la minestra è sempre la stessa, per fortuna. In questi tempi difficili, la pubblicità continua ad essere se stessa, la più bella espressione della magica società dei consumi, nella quale non vediamo l’ora di rituffarci.  Gli spot mostrano ancora gente che sta insieme, baci, abbracci, momenti conviviali, viaggi, avventure. Rispetto alle immagini dei telegiornali, ci proiettano davvero in una dimensione, oggi, da sogno.

L’advertising ci rassicura che il nostro mondo, quello ricco, quello che può permettersi il romanticismo della quarantena – l’unica attività sociale ammessa per tutti è la spesa! – tornerà prima  o poi quello di prima. Certo forse non per tutti, o per lo meno immediatamente, ma torneremo a consumare, nuovi consumi in parte, ma sempre consumi. È lì che sta il desiderio, è lì che soffia la pubblicità, e ci rassicura: torneremo più o meno quelli di prima, avremo forse mutato qualche obiettivo di acquisto, ci piaceranno di più i servizi online, ai quali siamo ormai avvezzi, ma immutata è la voglia di lasciarci sedurre da messaggi meravigliosamente confezionati, (gli spot sono indubbiamente i video più belli), che ci confermano nei nostri valori e aspirazioni fondamentali.

Consumatori sì, ma consapevoli, consapevoli soprattutto di voler consumare. E soprattutto felici di poter tornare ad esserlo, insieme a tutti gli altri come noi: clienti felici e soddisfatti.

Grazie pubblicità! Grazie perché ci aiuti a sopravvivere questi tempi difficili, ci aiuti a superare questa decrescita infelice. Non abbiamo mai amato tanto la pubblicità, perché abbiamo bisogno di pensare che la vita sia proprio quella della pubblicità.

Il coronavirus ha cambiato tutto, vita lavoro pensieri. Lo sentiamo ripetere continuamente, soprattutto dalle presenze virtuali che affollano le nostre giornate di connessi digitali; lo dicono i conduttori in tv, lo dicono amici e parenti su whatsapp, lo ripetono giornalisti in rete, lo senti dire anche da quelle due persone (massimo, dopo è assembramento) in carne ed ossa che ancora frequenti.

Todo cambia.

Anche se tutta questa fiducia nella capacità di cambiare della natura umana, non ce l’ho: diventiamo migliori durante le crisi, ma appena passano tendiamo a dimenticare, a rimuovere i pensieri profondi, le aspirazioni elevate, torniamo noi, un po’ superficiali, a volte egoisti, nei casi peggiori gretti e miserabili. La natura umana è fatta così; due guerre mondiali nel secolo scorso, non ci hanno certo convinto ad abolire la guerra.

La pubblicità, gli spot in particolare, ci fanno capire bene come siamo fatti: ci diciamo che questa epidemia modifica completamente noi, la società, il mondo, ma l’advertising, tranne pochi aggiustamenti tattici, tanto per far capire che sappiamo di vivere al tempo del Covid-19, non muta.

Certo possono cambiare i brand promossi, ma la minestra è sempre la stessa, per fortuna. In questi tempi difficili, la pubblicità continua ad essere se stessa, la più bella espressione della magica società dei consumi, nella quale non vediamo l’ora di rituffarci.  Gli spot mostrano ancora gente che sta insieme, baci, abbracci, momenti conviviali, viaggi, avventure. Rispetto alle immagini dei telegiornali, ci proiettano davvero in una dimensione, oggi, da sogno.

L’advertising ci rassicura che il nostro mondo, quello ricco, quello che può permettersi il romanticismo della quarantena – l’unica attività sociale ammessa per tutti è la spesa! – tornerà prima  o poi quello di prima. Certo forse non per tutti, o per lo meno immediatamente, ma torneremo a consumare, nuovi consumi in parte, ma sempre consumi. È lì che sta il desiderio, è lì che soffia la pubblicità, e ci rassicura: torneremo più o meno quelli di prima, avremo forse mutato qualche obiettivo di acquisto, ci piaceranno di più i servizi online, ai quali siamo ormai avvezzi, ma immutata è la voglia di lasciarci sedurre da messaggi meravigliosamente confezionati, (gli spot sono indubbiamente i video più belli), che ci confermano nei nostri valori e aspirazioni fondamentali.

Consumatori sì, ma consapevoli, consapevoli soprattutto di voler consumare. E soprattutto felici di poter tornare ad esserlo, insieme a tutti gli altri come noi: clienti felici e soddisfatti.

Grazie pubblicità! Grazie perché ci aiuti a sopravvivere questi tempi difficili, ci aiuti a superare questa decrescita infelice. Non abbiamo mai amato tanto la pubblicità, perché abbiamo bisogno di pensare che la vita sia proprio quella della pubblicità.