Ranking di Google: contenuti, ricerca e persone

Ogni giorno, chi lavora con le parole sul web cerca di costruire strategie per essere trovato — meglio ancora, scelto — sui motori di ricerca. In questo percorso, il ranking di Google è un po’ come quel professore severo che ti dà le regole per fare bene, ma non ti svela mai del tutto il trucco per prendere 30.

Il sistema di ranking, infatti, decide chi sta sopra e chi sta sotto nei risultati di ricerca. Sembra una faccenda tecnica. E in parte lo è. Ma è anche (e soprattutto) una questione di contenuti pensati per le persone.

Cos’è il ranking di Google?

È il meccanismo con cui Google stabilisce l’ordine dei risultati che vedi quando fai una ricerca. Ogni pagina, ogni contenuto, ogni link viene analizzato secondo centinaia di fattori, alcuni noti e altri meno trasparenti. Ma tra questi fattori, ce ne sono alcuni che Google dice apertamente di considerare fondamentali.

Tra questi, i principali sono:

  • La qualità e l’utilità del contenuto

  • L’esperienza e l’affidabilità dell’autore

  • La struttura tecnica della pagina

  • L’intento di ricerca dell’utente

Ecco allora che scrivere “per il ranking” non significa più infilare parole chiave a caso o scrivere articoli finti lunghi solo per far scena. Significa mettere le persone al centro e costruire contenuti che siano realmente utili, completi e chiari.

Creare contenuti che funzionano: per le persone, non per i motori

Vediamo qualche principio pratico direttamente dalle linee guida ufficiali di Google per i “contenuti utili”.

1. Scrivi contenuti pensati per le persone

È la prima, vera regola d’oro: Google vuole che i tuoi contenuti nascano per aiutare qualcuno, non per “acchiappare traffico”. Quindi:

  • Rispondi a una domanda reale che le persone si pongono

  • Evita giri di parole inutili: vai dritto al punto

  • Non duplicare o riscrivere articoli già esistenti solo per presidiare un tema

  • Evita il contenuto “gonfiato”: se bastano 500 parole, non scriverne 1500 per forza

Una domanda utile da porsi è: Se un essere umano leggesse questo contenuto, lo riterrebbe utile? Gli semplificherebbe la vita?

2. Mostra competenza, esperienza e affidabilità (E-E-A-T)

Google valuta il cosiddetto E-E-A-T, cioè:

  • Experience: dimostra di avere esperienza diretta su ciò di cui parli

  • Expertise: mostra competenza e padronanza dell’argomento

  • Authoritativeness: costruisci autorevolezza nel tempo, attraverso contenuti di valore e citazioni da fonti attendibili

  • Trustworthiness: cura la trasparenza, cita fonti, rendi chiara l’identità dell’autore

Un esempio pratico? Un articolo su un software scritto da chi lo usa ogni giorno è più forte (per Google) di uno scritto da chi ha solo letto la brochure.

3. Cura la struttura del contenuto (anche per Google)

Google ama i contenuti leggibili. Questo significa:

  • Usa titoli e sottotitoli (H1, H2, H3…) in modo logico

  • Inserisci liste puntate per i concetti chiave

  • Scrivi paragrafi brevi, facili da scansionare

  • Usa link interni ed esterni per aiutare la navigazione

  • Inserisci dati strutturati (schema.org) quando possibile, per aiutare Google a capire meglio il contenuto

Una struttura chiara non aiuta solo l’algoritmo: rende anche la lettura più fluida per le persone. E questo è sempre il vero obiettivo.

4. Allineati all’intento di ricerca

Scrivere un ottimo contenuto non basta se non intercetta ciò che le persone cercano davvero. Per farlo:

  • Studia il comportamento degli utenti (Google Search Console, Google Trends, strumenti SEO)

  • Capisci se la ricerca è informativa, commerciale, transazionale

  • Analizza i contenuti già posizionati per la keyword target e chiediti: “Posso fare di meglio?”

Ad esempio: se un utente cerca “ranking di Google”, probabilmente vuole capire come funziona e come migliorare il proprio posizionamento. Non ha bisogno di un trattato storico sull’evoluzione degli algoritmi.

Ma la SEO dov’è finita?

Non bisogna allarmarsi, la SEO non è sparita. Anzi, è lì che continua a lavorare in silenzio.
Le parole chiave (come "ranking di Google", ad esempio) sono ancora importanti. Ma devono essere presenti in modo naturale, senza forzature.
Una buona regola? Usale nei sottotitoli e nel testo, ma senza esagerare. Due o tre volte sono più che sufficienti. Meglio ancora se usi varianti, sinonimi, e frasi che le persone userebbero davvero

In conclusione

Il punto è tutto qui: scrivere bene. Con onestà, chiarezza, competenza. Pensando a chi legge, non solo a chi cerca.

Viviamo in un contesto in cui i mercati sono affollati, le offerte si somigliano e ogni brand cerca di distinguersi a colpi di contenuti. Emergere può sembrare complicato, ed effettivamente lo è. Ma non è impossibile.
Il ranking di Google è importante, certo. Ma non è un nemico da battere. È un alleato (esigente) che ci chiede solo una cosa: creare contenuti utili, affidabili, umani.

Come agenzia di comunicazione siamo consapevoli che stare al passo con le novità di Google e il modo in cui propone i suoi risultati è molto importante. Per questo possiamo aiutarti a trovare il tuo posto nel web con strategie e contenuti che non solo riflettano la tua realtà ma che siano utili per i tuoi utenti. 

Storie simili

Scoprile tutte

Comunicazione Aziendale, come l’ornitorinco può aiutarci

Comunicazione Aziendale, come l’ornitorinco può aiutarci

Leggi di più
Creare un sito web: guida pratica per iniziare

Creare un sito web: guida pratica per iniziare

Leggi di più
Marketing Contestuale e AEO: Il Futuro del Marketing Digitale

Marketing Contestuale e AEO: Il Futuro del Marketing Digitale

Leggi di più
Un restyling spaziale per il sito Studioboost

Un restyling spaziale per il sito Studioboost

Leggi di più